Salmo 14
Lo stolto, ilqual' indura,
e abbaglia un rio volere,
nel cor, in note fiere,
susurra, Dio non è, nulla egli cura.
Schivo, ne l'alma impura,
del santo ver, del giusto, e de l'honesto,
pel brutto oprar nefando,
a Dio si rende infame, ed esecrando.
Huom non ha più di resto
la terra, al ben volonteroso, e presto.
Dio, dal sovrano cielo,
ambe le luci intente,
in su l'humana gente
affisò, per veder se puro zelo
sgombrava punto il velo
d'ignoranza ad alcun, si ch' avveduto,
recasse a cercar Dio
talor un santo disidero pio.
Ma, corrotto ha veduto
putir' ognun, e' l lezzo al ciel venuto.
Infra l'human legnaggio,
ch' adopri ben' alcuno
non si trova pur' uno.
Spento è così d'ogni ragion' il raggio?
Così il consiglio saggio
rifiuta degl'iniqui il fello core,
cui il mal è scherzo, ed arte?
Ch'a mangiar, come pan, le membra sparte
del popol santo, horrore
non senta, ne' nuocar curi il Signore?
tempo fie, che i sicuri
petti, hor lieti, e ridenti,
d'improvisi accidenti
angoscioso terror colga, e spauri.
Perchè co' cuori puri
del popol giusto il gran Signor si tiene.
A che scherno, e dispetto,
fate del povero al consiglio schietto,
perchè fonda la spene
nel solo Dio, suo sommo eterno bene?
Oh, quando fie, che sorga
quel dì chiaro, e sereno,
che di Sion dal seno
venga, chi ad Israel salute porga,
sì che'n vita risorga?
Quando'l Signor' il caro popol santo
d'aspra cattivitade,
trarrà disciolto in alma libertade,
Iacob trionfo, e vanto,
sonerà, ed Israel festivo canto.
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