Salmo 12
Per tempo homai, Signor, porgi salute,
chede la santa gente
son le reliquie spente.
Nanca di verità l'alma virute
infra'l legnaggio human, menzogne astute
ragiona l'uno a l'altro.
Del cor' infido, e scaltro,
tempra l'insidie la favella dolce,
e lusinghera molce.
L'adulatrici labbra il gran Signore
mozzi pure, e divella
la lingua altera, e fella,
di color, che'l nefando insano errore
del cor, sfrenan la bocca a sfogar fuore
e, restar' aldisopra,
dicon, sarà pur' opra
de le labbra appo noi che ciascun tiene,
non v'è chi ci raffrene.
Ma, per lo stratio dispietato, e'l guasto,
de' poveri languenti,
e' lor gridi stridenti,
dirà il Signor, schifo di tanto fasto,
hor mi levo a salvar d'ogni contrasto
color, contra cui audace,
la caterva fallace
spira fiati maligni, e lacci tende,
e di sparlar'imprende.
Son le parole pur de la divina
bocca, purgate, e nette,
qual'argento, che sette
volte cuoce il croggiuol, scevra, e raffina.
In perpetuo a salvar color t'inchina,
Signor, dal popol rio.
Che gli empi, a lor disio,
sciolti scorron, qualor seggon sublimi
gli huomini infami, ed imi.
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