Salmo 11
De l' alta viva
speme,
che mi rinfranca l' alma,
nel gran Signor lo stelo è fisso, e fermo.
In lui, s' afflitta geme,
poso la grave salma.
Come, per pronto in vista, e fido schermo,
mi dite, Ratto a l'ermo
poggio sia il vostro scamp:
qual'uccel vola snello?
Che gli empi l'arco fello
teso, e le quadrella accoccate in campo
han, per ferir il puro
diritto cor, in luoho occulto, e scuro.
Se, smossi i fondamenti
d'ogni ragion, lo stato
inchinato, minaccia alta ruina:
son pur di colpa esenti
i pii, cui il danno è dato.
S'ogni sostegno lor manca, e dichina,
resta, ch' a la divina
mercede habbian ricorso.
Il Sinor ne la sede
del santo Tempio siede,
ch'egli fermò del ciel su'l ratto corso.
Con le palpebre prova,
e vede cio che l'huom nel cor si cova.
Del giusto, in doglie, e pene,
ben fa faggi severi.
Ma, ne l' alma spietati odi, e rancori,
contra gli empi ritiene,
Di cor' atroci, e fieri.
Piover di solfo fetidi vapori,
vampe, faville, ardori,
farà su la ribella
degli empi altera banda.
Mescerà lor bevanda,
nel nappo del furor, turbo, e procella
perchè il giusto Signore
al dritto, e a la ragion, porta favore.
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