Salmo 8
O Dio,
nostro Signor, quant'è pur grande
del Tuo Nome divin la fama altera,
che per la terra universal' ispande
Tua Maestà, da la celeste spera!
Tu quelle ingombri stanze venerande
co'raggi de l'eterna tua lumiera.
Più che' cieli non son dal terren' alti,
l'alma tua gloria sopra quegli esalti.
Del poppante bambi a le labbra molli,
e del fanciul la bocca teneretta
adopri, in far che tua virtù s'estolli:
per affrenar la bocca maladetta
de' nemici, che guerra, audaci, e folli,
spirano, e contra te cruda vendetta.
Per far anchor, che, mutoli, e confusi,
cessin, del lor' insano osar delusi.
Se, fiso, de' tuo' cieli i cerchi miro,
che son de le tue dita eccelso effetto:
ed al rotar, nel lor librato giro,
di luna, e stelle, interno l'intelletto:
l'immensa tua bontà, sospeso, ammiro.
Che cosa è, dal pensier prorompe'l detto,
quest' huomo fral, over de l'huom' il figlio,
che ten' ricordi, o ver lui bassi il ciglio?
Tal lo creasti, o tu sovran fattore,
che d'Angelico honor, ed eccellenza,
fu ne l'esser natio poco minore.
Di gloria, e di real magnificenza,
Tu'l coronasti, e sì il festi Signore
di tutte l'opre tue d'alta potenza.
Tal c'have agli usi, ed a' governi suoi,
tutti suggetti i be' lavori tuoi.
Pecore, e buoi, domestici animali,
ed altri, senza fin, selvaggi, e fieri:
gli augei, che sciolti al ciel spiegano l'ali,
s'arrendon d'esso a' cenni, ed agl'impeti.
I pesci ancor, che ne'marini sali
guizzan, solcando i liquidi sentieri.
Almo Signor, quant'è la gloria grande,
che'l Tuo Nome divin'in terra spande!
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