Salmo 2
Qual' accecato error punge le genti
Ad eccitar tanti tumulti insani?
I popoli perchè bollon frementi,
A l'ansio partorir di pensier vani?
Insieme s'adunar prenzi frequenti,
Da' regni accolti prossimi, e lontani;
Per congiurar, nel loro convento unito,
Contr'al Signor, e l'Unto suo gradito.
Dicendo, in note scellerate, e fiere,
Di spezzar i lacci, e'l giogo sciorre,
Hor coi proviam: ch'a l'alto lor potere
Già non vogliam il collo sottoporre.
Ma quel, ch'assiso in su l'etere spere
La terra affrena, a' lor furori opporre
Beffe solo verrà, ed amari scherni,
Messi funesti degli sdegni interni .
Quindi tonando da' celesti scanni,
Nell'ira acceso, e con tremenda voce,
Occuperà d'orror, e grevi affanni,
Que' regi, che tentar l'impresa atroce.
E dirà lor, o schiatta di tiranni,
Perch'erger contra'l ciel corno feroce?
Pur'ho sagrata del mio Rè la fronte
sopra Sion, mio santo eletto monte.
Da me, dirà quel Rè, sarà spiegato
palesemente quel sovran consiglio.
Dissemi Dio, hoggi t'ho generato,
Tu se' l'eterno mio diletto Figlio.
Vengan davanti al mio volto beato
le preci tue, e con paterno ciglio
t'esaudirò: del mondo le contrade
ti darò tutte in propia hereditate.
Di ferro scoterai verga reale,
onde fiaccati fien popoli felli:
non altrimenti, che di terra frale
son triti di leggier testi, e vaselli.
Regi, lasciate omai l'error mortale,
ne più contra'l Signor siate ribelli:
e, ravveduti, a Lui solo servite,
e, con casto timor, in Lui gioite.
E, riverenti, date al Figlio i baci
di fè leal, e d'humil servitude:
che talor di furor le dire faci
non vibri: ne da l'alma sua salute
bando vi die, e' sentier vostri fallaci
trascorrer faccia in eterne cadute.
O quanto dir si può quell'huom beato
c'have per fede in esso il cor fondato!
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