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ASSOCIAZIONE ACCE

Sostenere le persone disagiate gli emarginati i carcerati

il Signore disse: Ho osservato la miseria del

mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti;conosco, infatti, le sue sofferenze. Sono sceso a liberarlo (Es.3,7-8).

Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: Perché, Signore,divamperà la tua ira contro il tuo popolo, che tu hai fatto uscire dal paese d'Egitto con grande forza e con mano potente?

Perché dovranno dire gli Egiziani: Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra?

Desisti dall'ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. Ricordati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso, e hai detto: Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo e tutto questo paese, di cui ho parlato, lo darò ai vostri discendenti, che lo possederanno per sempre.

Il Signore abbandonò il proposito di nuocere al suo popolo.

Mosè udì il popolo che si lamentava in tutte le famiglie, ognuno all'ingresso della propria

tenda; lo sdegno del Signore divampò e la cosa dispiacque anche a Mosè, che disse così al Signore:Perché hai trattato così male il tuo servo?

Perché non ho trovato grazia ai tuoi occhi? Perché mi hai messo adosso il carico di tutto

questo popolo?

L'ho forse concepito io tutto questo popolo? O l'ho forse messo al mondo io perché tu mi dica: Portatelo in grembo come la balia porta il

bambino lattante, fino al paese che tu hai promesso con giuramento ai suoi padri?.

Io non posso da solo portare il peso di tutto questo popolo; è un peso troppo grave per me. Se mi devi trattare così, fammi morire piuttosto, fammi morire se ho trovato grazia ai tuoi occhi; che io non veda più la mia sventura.

io stetti prostrato davanti al Signore, quei quaranta giorni e quelle quaranta notti, perché il Signore aveva minacciato di distruggerli.

Pregai il Signore e dissi: Signore Dio, non distruggere il tuo popolo, la tua eredità, che hai riscattato nella tua grandezza, che hai fatto uscire dall'Egitto con mano potente E se no cancellami dal tuo libro che hai scritto!

Il Signore disse a Mosè: Io non cancellerò dal mio libro colui che ha peccato contro di me: Ora va', conduci il popolo là dove io ti ho detto:Ecco il mio angelo ti precederà(Es.32,11ss).

Vogliamo, anzitutto, riflettere sul curare e sul prendersi cura, non solo nella loro definizione più semplice,bensì nei loro contenuti.

Esiste infatti fra le due realtà una sostanziale differenza:si cura una malattia, si tenta di sanare una situazione di disagio,di miseria delle quali, a breve o a lungo termine, s'intravede un traguardo,mentre il prendersi cura non conosce tempi: è affidato alla quotidianità e si estende nel tempo.

In altri termini, è vivere l'altro con i medesimi sentimenti con cui vivo me stesso, poiché tutta la mia persona, con le sue facoltà intellettive, affettive, creative, fisiche.

Stare accanto ad essi significa,ancora, incoraggiarli a sciogliere questi nodi, nodi che sono un groviglio, vincolanti la libertà personale,portare conforto e sostegno a tutti i disagiati trammite l'opera di volontariato e con la parola di Dio che e vita eterna per l' uomo. portare la parola di Dio nelle carceri, nelle casse protette dove molti anziani sono abbandonati a se stessi.




     
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