Predicazione evangelistica Questo argomento parla della chiamata Divina , a mio parere, più importante. Ritengo, infatti, che quello della predicazione evangelistica, sia il ministerio per eccellenza che dovrebbe far sentire onorato il servo di Dio che lo riceve. Esprimendo, poi, la mia ammirazione per ciò che succede ogni qualvolta la Parola di Dio viene predicata, non posso fare a meno di pronunciarmi su Colui che è l’artefice di tutto ciò che di meraviglioso accade durante la divulgazione dell’evangelo : Lo Spirito Santo. Chi può dirigere, appunto, una predicazione? Chi è che rende attivo un servizio coinvolgendo l’intero auditorio? Chi è che istruisce e da potenza in ogni momento di comunione se non Lui, lo Spirito Santo. In Romani 8:14 la bibbia recita che tutti coloro che sono condotti dallo Spirito Santo sono figli di Dio e in un altro verso dice ancora che i figli di Dio sono il tempio dello Spirito. Egli è in noi per guidarci affinché la nostra voce sia la Sua, per far conoscere il Suo volere al mondo, non per la nostra forza, non per la nostra potenza, ma per il suo Spirito che è l’Unico che converte i popoli. Nella prima lettera ai tessalonicesi è scritto: Poiché il nostro evangelo non vi è stato annunziato solo con parole, ma con potenza mediante lo Spirito di Dio.E lo stesso Gesù, in Atti degli apostoli 1:8, avverte ancora i Suoi discepoli che avrebbero ricevuto potenza solo quando lo Spirito Santo sarebbe stato su di loro. Il grido evangelico che si eleva da ogni parte deve per forza di cosa essere potenziato dallo Spirito Santo, ed è il Signore stesso a provvedere questa Potenza per i Suoi figli perché il Suo mandato sia adempiuto. Ffin dai tempi della Pentecoste, difatti, Egli ha equipaggiato i Suoi servi cosicché, da uomini deboli che erano, ricevessero franchezza e coraggio nel predicare l’evangelo con il risultato che la Parola si è estesa nel tempo e nello spazio fino ad arrivare a noi che pur vogliamo servirlo con la stessa potenza. La bibbia ci conforta ancora in Luca 4:18 con questi meravigliosi versi: Lo Spirito del Signore è su di me, perché mi ha unto per evangelizzare i poveri, per guarire coloro che hanno il cuore rotto, per proclamare la liberazione ai prigionieri, per il recupero della vista dei ciechi, per rimettere in libertà gli oppressi e predicare l’anno del Signore. L’Unzione è, quindi, quella che fa la differenza. Il semplice pescatore Pietro, quando ricevette lo Spirito dall’alto, diventò l’apostolo Pietro, e per mezzo della sua “guidata” predicazione si convertirono tremila persone (Atti 2). C’è da notare che, nello stesso capitolo, le persone che erano presenti alla discesa dello Spirito Santo, erano di svariate nazionalità, ma, ciò nonostante, capivano quello che i discepoli proferivano nelle lingue che Dio aveva donato loro per mezzo del Battesimo ricevuto alla Pentecoste. Ciò è storia vera ma è anche simbologia per farci intendere che Dio ha una Parola per tutti aldilà della razza , della religione, del carattere, del peccato e della sofferenza di coloro che lo ascoltano. Dio è il creatore e sa come fare per toccare e guarire il cuore dell’uomo per quanto peccatore incallito egli sia. E’dovere del predicatore, però, capire quando l’Unzione ha finito il Suo compito e terminare il messaggio, senza, nel frattempo, allontanarsi dal pensiero ricevuto da Dio, affinché chi ascolta riceva solo dal Signore. Anche nella scelta del passaggio biblico da annunciare ci deve essere la guida dello Spirito, altrimenti, se così non fosse, la Parola non sarebbe di quelle che non cadono mai a vuoto. Buono sarebbe, quindi, per colui chiamato a predicare, avere un tempo di comunione con l’Iddio ispiratore della Bibbia affinché il messaggio abbia l’effettivo scopo per cui è stato scritto, finalizzato nella conversione delle anime e nei segni e prodigi che sempre accompagnano la proclamazione del vangelo. Gesù è l’esempio manifesto di ciò di cui stiamo discutendo, perché il Suo ministerio evangelistico è stato completo in ogni suo aspetto. E’ scritto infatti, in Matteo 4:23, che Egli andava attorno per tutta la Galilea, insegnando l’evangelo del regno e sanando ogni malattia ed infermità fra il popolo poiché, aggiungo io, Egli stesso è la Parola, Egli stesso è la salvezza , la libertà e la guarigione, Egli è il senso finito della vita stessa di ogni uomo e a Lui, a Lui soltanto, sia la gloria. Proprio un passaggio, in cui Gesù ed una donna malata di un flusso di sangue sono protagonisti, ha da sempre suscitato la mia attenzione e, in questo caso, l’ho preso come esempio in quanto può essere fondamentale per un auditorio composto soprattutto da persone nuove. Il passo in questione si trova in Marco cap.5:25,29 e recita così: Una donna , che aveva perdite di sangue da dodici anni, molto aveva sofferto da molti medici, e aveva speso tutto ciò che possedeva senza alcun giovamento, anzi era piuttosto peggiorata. Avendo sentito parlare di Gesù, venne dietro la folla e gli toccò la veste, perché diceva : Se riesco a toccare almeno le Sue vesti sarò salva. In quell’istante la sua emorragia ristagnò; ed ella sentì nel suo corpo di essere guarita. Meravigliosa espressione di fede di questa donna che soltanto aveva sentito parlare di Gesù, e quanti ancora sentono soltanto parlare di Lui e vanno dietro le folle che gremiscono le sale dove l’evangelo è predicato, e a gomitate si fanno spazio tra le loro carnalità, le loro razionalità, la loro intelligenza, che tante volte contrasta con la fede, solo per toccare la veste di Gesù, e sentire anche loro il senso di libertà, di guarigione e di salvezza che solo in Lui, il Signore, possono trovare. Dopo lo sforzo compiuto nel passaggio tra la folla dei nostri pensieri carnali, vi è il tocco della veste del Signore che è l’abbandono completo nelle Sue mani, dove riscopriamo la vera sostanza del nostro essere uomini, quella di essere Suoi figli Questa è la nostra predicazione, che può essere un ministerio, o solo un mandato ma che non cambia il significato dell’ordine ricevuto da Dio che è quello di predicare l’evangelo della grazia ad ogni creatura affinché chiunque creda sia salvato e sia anticipato il Suo ritorno. In umiltà, vostro fratello in Cristo Pasquale Pasquariello
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Data: 02/04/2008 Visite: 4992 |
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