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"mi è successa una cosa strana!"

Autore: Daniele
Inserito da madomi

Sono nato in una famiglia cristiana e sono andato in chiesa per 23 anni solo per far contenti i miei genitori. Dopo tutti questi anni, qualche settimana fa, in chiesa, mi é successa una cosa strana. Sono scoppiato a piangere pensando al sacrificio che Gesù ha fatto per me quel giorno e questo mi fa male; mi fa male pensare ai troppi anni che sto vivendo nel peccato. Non so come fare ad arrendermi a Lui col cuore. Vedo tutti attorno a me parlare dell'amore di Gesu; anche io desidero cambiare ma non so come... Pregate per me!

Caro Daniele,
quello che ti sta succedendo, non è " una cosa strana", come te stesso la definisci. Commuoversi pensando all'opera di Cristo e alla sua vita donata in sacrificio sulla croce per peccatori come noi, è l'esperienza più bella ed affascinante che una persona possa avere la fortuna, la grazia di vivere. Se c’è qualcosa che cambia totalmente la vita, che rinnova il nostro modo di vedere, di pensare Dio è l’incontro intimo, personale, profondo, avvincente, con il Cristo, così come ci è stato rivelato nelle Scritture! Quando prendiamo piena coscienza dell'amore con il quale siamo stati amati da Dio, perché è da questo che comincia la nostra salvezza, ciò coinvolge anche le nostre emozioni; si avvia un' innovazione completa del cuore, della volontà, del carattere; é una resurrezione, una creazione nuova; è un passare dalla morte alla vita; è un nuovo principio di vita impiantato dall'alto nei nostri cuori. E' la chiamata all'esistenza di un essere nuovo, con una natura nuova, abitudini rinnovate, con gusti, desideri, appetiti, criteri, speranze, timori che prima il cuore umano non conosceva. Per realizzare ciò, Dio non ci pone delle condizioni gravose da accettare, non ci chiede sforzi eccezionali da compiere, non ci propone un contratto da rispettare in tutti i suoi punti; la salvezza è un'opera gratuita ed il passo più difficile per realizzarla consiste proprio nell'accettare con fede e semplicità di cuore tutto ciò che Cristo ha già fatto per noi gratuitamente. Siamo così condizionati dal principio del "do ut des" (io do una cosa a te e tu dai una cosa a me), che ci viene difficile credere che Dio abbia dato tutto senza chiederci nulla se non l'arrendimento del nostro cuore ed un abbandono fiducioso nelle sue mani, col solo scopo di farci ancora del bene. La trasformazione di un esistenza vuota e senza speranza in una vita nuova, diversa e soddisfacente è un impegno di Dio; essere coerente è un impegno tuo! "Egli ci ha salvati non per le opere giuste da noi compiute ma per la sua gran misericordia." (Tito 3: 5)

Sarà corretto da parte nostra, però, rispondere a quest'offerta di grazia e di perdono, al puro e profondo amore di Cristo, con il desiderio e l'impegno di fare qualcosa d'importante che Dio ci chiede e se c'è qualcosa che Dio desidera da noi, quello è il nostro distacco completo da ogni forma di peccato e di violazione della sua volontà: "Non prestate le vostre membra al peccato come strumenti di iniquità"! (Romani 6: 13) I nostri peccati sono l'unico ostacolo che impedisce alla grazia di Dio di defluire abbondantemente nella nostra anima. Nessuno di noi può vivere unito a Cristo se non è pronto a rinunciare non solo al peccato ma a tutto il suo modo di considerare le cose della vita. Nascere di nuovo per lo Spirito di Dio significa lasciar cadere quello che tenevamo stretto in pugno, sopratutto le nostre pretese qualità. Il Signore non vuole che Gli mostriamo la nostra bontà e l'onestà e la buona condotta, ma vuole che Gli diamo il nostro peccato, reale e concreto; è tutto quello che può pretendere da noi. Per giungere a questa rinuncia, si deve prima passare per un momento di crisi, proprio come quello che stai vivendo tu adesso, ma determinato da una delusione cocente: la scoperta di come siamo nella realtà. Quando riusciamo a vederci come il Signore ci vede, ciò che più ci colpisce, oltre agli abominevoli peccati della carne, è l'orgoglio spaventoso del cuore nei confronti di Gesù Cristo; allora siamo sopraffatti dalla vergogna e dall'orrore e da un disperato senso di colpevolezza.
Se il tuo problema del momento è la rinuncia, abbi il coraggio di affrontare la crisi, lascia ogni cosa e allora Dio ti plasmerà così che tu possa rispondere a tutto quello che Egli richiede da te!
Daniele, hai mostrato grande sensibilità e affetto unito al rispetto, per quei ventitré anni un cui ti sei recato in chiesa per far felice i tuoi genitori, ma adesso che lo Spirito Santo ti spinge a tornare a Dio, potresti essere spinto da diversi motivi, ma il più bello per tornare a Dio è quello che Gesù stesso ci suggerisce: " voglio far felice Dio che mi aspetta".

A presto e che Dio ti benedica.

Con affetto, Madomi.


Data: 03/03/2011
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